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Signore e Signori, è con felicità e orgoglio che vi presento il mio sito web.
Viviamo in un’epoca in cui il lavoro non vuole dartelo nessuno…perciò io ho deciso di crearmi il mio per conto mio.
Professionalità 100%, al massimo delle mie capacità.

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Grazie per l’attenzione e —SEGUITEMI— , sono quasi su ogni tipo di social network per offrire servizi professionali e ricavarne un lavoro.

Buona serata a tutti.

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Il congiuntivo: chi era costui? Una riflessione di Gian Luigi Beccaria sul modo verbale meno amato dagli italiani…

Raramente o quasi mai “ribloggo” post di altri, ma questo meritava proprio…

Il congiuntivo, già. Al solo nominarlo, a tanti viene un gran mal di testa… E passi (beh, si fa per dire!) se è gente per la quale la lingua non risulta così importante, ma quando esso diventa una sorta di muro pressoché invalicabile senza farsi del gran male per chi della lingua, parlata e soprattutto scritta, fa lo strumento espressivo principale, se non una fonte di guadagno, la questione diventa indubbiamente seria, e assai spinosa. E mentre a me torna sempre in mente quanto dichiarato tempo fa da Tullio De Mauro sul fatto che “Solo il 29 per cento degli italiani sa padroneggiare la nostra lingua“, anche Gian Luigi Beccaria ha affrontato l’argomento con una bella riflessione dal titolo Non usarlo è come dire di meno apparsa su La Stampa del 23 Aprile 2013, che di seguito vi ripropongo e alla quale non serve aggiungere nulla.

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RESISTENZA

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25.04 è tutti i giorni, partigiani si è tutti i giorni, contro il fascismo di ieri e di oggi SEMPRE. E senza mai dimenticare che chi nel luogo comune venne a “liberarci” altro non fece che rinchiuderci in una nuova prigione, la prigione delle loro banche.
In triste ma perenne memoria degli uomini che ebbero il coraggio di dire -basta- e delle donne che li seguirono o li lasciarono andare ben consapevoli dell’incertezza del loro ritorno.

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-untitled 12-

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Perché le droghe sono illegali e le armi no? Forse perché con le droghe fai male a te stesso mentre con le armi fai male agli altri? È sempre stato un mondo altruista, il nostro.
Fermiamoci a riflettere. Partendo dal presupposto che NON si giustifica l’uso di droghe (ovviamente quelle chiamate e chiamabili tali, non quelle che delle caratteristiche di ciò che chiameremmo “droga” non ne hanno neanche una) né quello di armi, non è più grave che due ragazzi facciano attentati alle maratone o che esistano ancora zone di guerra i cui la gente comune viene uccisa o mutilata per cause che neanche gli appartengono, rispetto al fatto che un ragazzo o una ragazza, un uomo o una donna scelgano di loro propria volontà di distruggersi con delle droghe pesanti? Sì è grave e mi dispiace per lui/lei, ma è una sua scelta. L’essere uccisi da chi può procurarsi armi senza avere conseguenze non è una scelta.
Legalizzare tutte le droghe esistenti al modo mentre in famiglia e tra gli amici si cerca di stare bene ed educarsi ed aiutarsi a vicenda scongiurerebbe il consumo di droghe, distruggerebbe il guadagno che la mafia ne ricava.
L’altruismo e l’educazione alla base della società, non il guadagno e il capriccio. Perché alla fine siamo tutti in perenne equilibrio precario sul filo elettrico che ci tiene a galla.

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Quando s’è partiti tornare è difficile…

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Beh pare che questo sia non solo il primo post dopo molto tempo, ma anche il primo post del 2013…quando ci si allontana non è scontato né facile ravvicinarsi, altre priorità prendono il sopravvento. Riguardo l’anno nuovo, credo abbia poca importanza. Stamattina presto ho letto queste parole di Francesco Campagna ( @CiccioCampagna ) su Twitter: “L’unica gioia al mondo è cominciare. È bello vivere perché vivere è cominciare, sempre, ad ogni istante.”
È per questo che un nuovo anno ha poca importanza, se non alcuna importanza. Gli anni, i mesi, le misurazioni del tempo sono una nostra invenzione per dar regolarità e misura, appunto, alla nostra vita, e non possono avere altra funzione se non quella di convenzioni utili ma non indispensabili. L’indispensabile è pensare che non occorre aspettare un nuovo anno o un nuovo periodo per cambiare, per migliorare, per avviare
progetti. Ogni istante possiamo dare inizio a nuovi momenti. Per questo “buon 2013” è una convenzione di cortesia spesso poco sentita anche se molto educata. Piuttosto vi direi, ricordate di amare la vita e chi vi accompagna lungo il suo svilupparsi, ricordate che i secondi che passano si lasciano indietro i vostri errori e così potete facilmente ripararli, ricordate di non farvi divorare dalla frenetica fretta della nostra società e, in conclusione…
Studiate, ribellatevi con ragione e cervello, fatevi le canne e non frenate mai la voglia di fare l’amore … buona vita a tutti 🙂

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Vorrei strappare una stella…

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Vorrei strappare una stella…
Rubarla alla notte e regalarla a te.
Vorrei che in ogni istante di lontananza
il vento venisse da te e ti dicesse
che sei speciale.
Vorrei possedere gli elementi,
essere loro amica per poterti regalare
qualcosa di grandioso.
Vorrei poter sconfiggere il fato ed
esaudire ogni tuo desiderio.
Ma so che non posso…
Solo per questo mi accontento
di dirti che ti amo.

Il tuo sguardo.

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E’ vero, tu guardi le persone negli occhi e chi ti guarda rimane appeso sul pozzo infinito che gli si para davanti…e là scegli o “mi ritiro, guardo da un’altra parte”, o guardi incuriosito ma rimanendo sulle tue, o ti ci butti dentro, non ci sono altre possibilità.
Hai lo sguardo di uno che è disposto a farti arrivare leggero come una piuma in fondo all’abisso dei suoi occhi senza chiedere niente in cambio, ma che è disposto anche ad arrivare lui in fondo all’abisso di chi lo guarda e colorare quello che trova con tutto ciò che ha.
Hai lo sguardo di uno che ama e si lascia amare incondizionatamente, in una maniera incomprensibile.
Hai lo sguardo profondissimo di uno che vive col cuore ogni minima cosa che fa.
E’ una pure e semplice osservazione della realtà, niente di più.
Hai la dolcezza dello sguardo di tuo padre e la profondità dello sguardo di tua madre, che mischiati insieme in quella specie di nero ramato che è il colore dei tuoi occhi, formano un qualcosa di assurdo per quant’è bello. Il sublime…il limite tra la purezza della bellezza e il terrore della perfezione.